Lo Sport declinato al futuro
Lo Sport contemporaneo è un ecosistema complesso, una vera e propria filiera industriale. Modelli di business, programmazione, marketing, budgeting, nuove tecnologie, finanza, sono termini che ormai appartengono a tutti gli effetti al mondo sportivo, dove non di rado le Società più popolari assurgono al ruolo di vere e proprie Media Company. Anche perché lo Sport è, sempre e a tutti livelli, uno dei migliori strumenti di comunicazione sociale.
Non c’è dunque da meravigliarsi se, in un percorso universitario rivolto al Management, sempre più giovani si orientino verso una carriera nello Sport e che Istituti prestigiosi raccolgano la domanda fornendo strumenti ricercati e una faculty di professionisti esperti e up to date.
Luiss Business School, partner AS Roma, propone un Major in Sport Management della durata di dodici mesi, modulato attraverso Corsi core che impartiscano principi e competenze necessari per una conoscenza il più possibile completa del settore. Tra questi ne scorgiamo uno particolarmente interessante (e per due motivi): Management delle Operazioni Sportive.
Il primo motivo è che troviamo azzeccato e formativo un modulo, all’interno di un percorso in cui le parole più ricorrenti saranno “eventi, finanza, media, sponsorship, agenti e procuratori”, dove si parta un po’ più dal basso e si parli di prassi all’interno di un’Associazione Sportiva, qualunque essa sia. Bello fare un Corso per Dirigente della Microsoft; utile fare formazione perché lo studente impari come funziona l’ufficio di una piccola casa di produzione con tutte le sue gioie e i suoi dolori, magari alla ricerca di regole generali.
Il secondo motivo è che nella docenza c’è un nostro caro amico: Roberto Venturini, componente delle Commissioni Formazione e Sviluppo e Relazioni Esterne e Istituzionali di FITeT Lazio.
Gli giriamo qualche domanda:
Come ti sei avvicinato al tennistavolo?
Non ci crederai, ma la storia è divertente. In tutti i raduni che ho fatto nei miei 13 anni di nuoto agonistico – sia con la mia squadra sia in nazionale – non mancava mai un tavolo da ping pong. Dopo la piscina nei momenti di relax giocavamo spesso nonostante la fatica. Ebbene, vincevo contro tutti i miei colleghi, i tecnici, i parenti e gli amici degli amici. Giocando in modo istintivo, senza tecnica. Sono passati 40 anni dove ho fatto di tutto – windsurf, calcetto, sci e tennis – ed una mattina, ricordando quel passato remoto giocoso, mi sono detto: ero o non ero il re del ping pong? Non sapendo che – a 60 anni – mi sarei innamorato ancora una volta di uno sport.
A occhio diremmo che lo Sport ti è sempre stato accanto nella vita.
Come detto, lo Sport è la mia vita. Ne ho praticati diversi. Il nuoto a livello agonistico dai 7 ai 20 anni e con discreto successo avendo vinto qualche titolo italiano giovanile e partecipato a finali dei Campionati assoluti. Nel frattempo ho giocato nelle giovanili della AS Roma Calcio ma per un breve tempo perché mia madre disse: “Devi nuotare, Ti farà crescere alto e forte!” Infatti, oggi dall’alto dei miei 175 cm…
Comunque non mi posso lamentare, mi sono divertito moltissimo. Parallelamente, una volta entrato nel mondo del lavoro ho continuato ad occuparmi di Sport come dirigente.
Ah, il mondo del lavoro. Quali sono le tue esperienze professionali al di fuori del mondo sportivo?
Una Laurea in Economia alla Sapienza di Roma ed un Master alla Bocconi in “Marketing e Comunicazione d’Impresa” mi hanno aiutato a crescere rapidamente assieme a tanto impegno passando per il Gruppo ENI e l’Alitalia, in posizioni executive sia nelle HR che nella Comunicazione. Poi ad inizi anni 2000 ho fondato la Future Consulting, società di consulenza strategica, nella quale ho riversato tutte le mie esperienze e con la quale più recentemente ho creato – assieme ad un caro vecchio compagno di piscine – un brand esclusivamente dedicato allo sport: SBIM Sports Business Innovation Management: “Lo Sport declinato al futuro.” Un nuovo brand per sviluppare professionalità e tecnologie moderne. Siamo così presenti, dall’applicazione della biomeccanica integrata alle riprese tridimensionali del gesto tecnico, fino all’implementazione di modelli organizzativi con management innovativi, in un range piuttosto esteso afferente al mondo dello Sport.
Essendo piuttosto nuovo dell’ambiente, come hai vissuto l’esordio nel Comitato regionale Lazio?
L’ingresso in un nuovo ambiente non è mai facile. Credo di averlo fatto con la dovuta umiltà e mettendo a disposizione le mie competenze. Così come ho sempre fatto nella mia vita, soprattutto quella professionale. Solo l’autorevolezza conta per avere riconoscimenti. Le chiacchiere non mi interessano. E credo che questo sia stato subito apprezzato, prima in KingPong, dove ho mosso i primi passi nel Tennistavolo, e poi nelle Commissioni del CR Lazio.
Quali prospettive hai individuato per i prossimi anni?
Questo sport ha potenzialità incredibili. Tra i temi delle mie docenze universitarie ho utilizzato la metafora del Tennistavolo e di come nel mondo sia – dopo il calcio – il più praticato. Solo in Italia c’è tanta diffidenza. Evidentemente un retaggio culturale. Io tendo sempre a sottolineare che il ping pong si gioca con il nonno, il Tennistavolo è roba da veri atleti.
Detto ciò, le linee guida che ispireranno il mio lavoro nelle Commissioni sono:
entrare nelle aziende per formare la nuova classe dirigente utilizzando la potente metafora pongistica: “focalizzazione, reattività, metodo, creatività, controllo emotivo”.
Esiste nulla di più pongistico? Bene, questi sono anche i requisiti di base del manager!diffondere gli studi di Wendy Suzuky della NY Universtity in tema di Sport applicato alla neurologia contro le “mental deseases”. Ricordiamoci che il Tennistavolo – a detta della scienziata americana – è lo sport perfetto;
confermare, e dove possibile raddoppiare, la “pressione” sulla scuola ad ogni livello, perché i campioni si formano solo se iniziano prima dei 9 anni;
coinvolgere aziende ed istituzioni in percorsi congiunti di promozione sportiva e sociale, per tutte le età. Tutti sappiamo, per rimanere a un tema di particolare attualità, che lo Sport riduce i costi della sanità pubblica.
Un grande lavoro ci attende. Ma fortunatamente non ci mancano energie e passione. Speriamo questo sia comune a tutti gli amanti del Tennistavolo della nostra Regione.
Buon lavoro Roberto, e vacci piano con i voti: c’è bisogno di gente preparata.